La bonifica integrale italiana
Il Museo si trova immerso nel paesaggio della Bonifica di Torre di Mosto, un piccolo comune del Veneto Orientale.
Il paesaggio della Bonifica è uno dei grandi paesaggi novecenteschi italiani, frutto di un intervento iniziato a partire dal 1880, decollato a partire dai primi anni del ‘900 e conclusosi sostanzialmente alla metà del secolo scorso; questo intervento ha cambiato radicalmente l’aspetto ambientale e paesaggistico di oltre 5 milioni di ettari della nazione.
All’interno di questo spazio gigantesco spiccano circa 600.000 ettari di terra totalmente “nuova”, concentrata prevalentemente tra Veneto ed Emilia Romagna, fatta emergere dalle acque delle paludi litoranee dopo il loro prosciugamento mediante scolo meccanico.
Circa 100.000 ettari di questo intervento nazionale sono concentrati nel territorio del Veneto Orientale, all’interno del quale vi è il comune di Torre di Mosto, dove si trova il Museo.
Il paesaggio di bonifica del Veneto Orientale
Il territorio intorno al Museo del Paesaggio è un tassello esemplare della “terra nuova” emersa nel ‘900; il paesaggio ha mantenuto molti dei segni e delle caratteristiche di quello emerso dalla palude negli anni ’50 del secolo scorso.
Un paesaggio nuovo, quasi totalmente artificiale, segnato sin dal momento del suo apparire, da una serie di infrastrutture di terra e acqua e di edifici particolarissimi (canali, arginature, strade poderali, ponti girevoli, conche di navigazione, idrovore) che ne hanno permesso e ne garantiscono ancora oggi la stabile emersione e vita civile.
Entro a queste geometrie di terra e acqua e superfici colorate dalle coltivazioni, si distribuisce ordinatamente un’architettura ricca di episodi “minori” che individuano un tessuto rurale di case contadine e mezzadrili, di aziende agricole e ville di grandi proprietari agrari perfettamente inserite nel contesto paesaggistico.
Collocazione del Museo
La collocazione dell’edificio del Museo del Paesaggio nel mezzo della campagna bonificata, nel punto più stretto del corridoio spaziale delimitato dal Fiume Livenza e dal Canale Brian, è programmaticamente voluta.
Il visitatore del Museo, per arrivare ad esso, si muoverà all’interno di un paesaggio di terra ed acqua (e il cielo tizianesco ne è massimo custode), vedrà un paesaggio reale pieno di storia moderna per tanti aspetti sconosciuto e poco frequentato, un lacerto ancora vivo e in movimento della campagna felice degli anni ’50 del secolo scorso (e Comisso ne è il nume tutelare).
Il Museo “fuori di sé” è impegnato a promuovere tutte le iniziative che mirano alla conservazione e alla valorizzazione culturale e turistica del paesaggio di Bonifica in un’accezione non solo locale ma nazionale.