L’esposizione, curata da Giorgio Baldo, continua ad esplorare il paesaggio del fantastico, affrontato già gli scorsi anni con le precedenti edizioni della rassegna di Fabula.
Accanto al reale e alle infinite sorprese delle sue rappresentazioni ci si è proposti di ritrovare e proporre, nelle stanze del Museo del Paesaggio, le grandi narrazioni che rincorrendo mitologie, favole, avventure fantastiche hanno nei secoli costruito un altro mondo accanto a quello vero; irreale certo nella sua fisica e nella sua consistenza di materia, ma vivo di immagini straordinarie, frutto esclusivo delle invenzioni della fantasia.
Tre sono gli artisti coinvolti nell’esposizione di quest’anno: Giovanni Cesca, Gianni Pignat, Lina Sari.
Giovanni Cesca, dialogando idealmente con il Calvino delle “Città invisibili”, ripercorrendo i racconti e le storie che Marco Polo fa al Gran Kahn sulle città dell’impero cinese, dà vita a un suo mondo immaginativo collegato quasi punto a punto con quello evocato da Calvino, un altro universo di natura visionaria e fantastica la cui porta si spalanca alla fine del viaggio precedente.
Le nuove città e paesaggi di Cesca, governati da loro proprie qualità ed essenze spirituali e formali in relazione simmetrica e parallela a quelli calviniani, sono un nuovo racconto, trasposto nella creazione fantastica, sull’universo delle città dell’uomo, sulle qualità spirituali e morali che le loro architetture e paesaggi incarnano: quello che ci offre attraverso le sue nuove opere è un viaggio che evoca, in una sorta di collage spazio-temporale di figure simboliche e metamorfiche, intrecci, relazioni e corrispondenze del tempo presente con culture di civiltà millenarie, con visioni oniriche, con archetipi, con sapienze esoteriche.
Un rebus visivo e culturale che sfida a decifrazioni e ricostruzioni proprie i futuri visitatori.
Gianni Pignat è stato per oltre trent’anni viaggiatore e reporter infaticabile lungo i diversi continenti del mondo sulle orme di Chatwin, viaggiatore e osservatore in presa diretta di conflitti e mutamenti epocali nei luoghi delle antiche civiltà di Oriente e Occidente scosse dai conflitti epocali. Contemporaneamente ha sviluppato, accanto a quello fotografico, un suo proprio linguaggio artistico plastico-figurativo a lato e come riflessioni sulle grandi civiltà che ha osservato nel corso dei suoi viaggi parlare ancora attraverso reperti archeologici, monumenti, spazi, città, incontri. Il fascino che prova per l’Oriente, le sue religioni millenarie, i suoi spazi fisici e culturali lo ha portato ad un racconto visivo presente in mostra che si snoda come un viaggio lungo una Via della seta (o una “Via per Oxiana”) che, a partire dalla Grecia, attraversa i territori delle grandi civiltà che si sono affacciate nel Mediterraneo per arrivare, dopo aver percorso il vecchio impero persiano, sino all’Afganistan e alla Grande Muraglia cinese. Rivisitazione quindi di paesaggi fisici e culturali nei grandi spazi del deserto, tra suggestioni di moschee, minareti, templi, “canti sospesi” e popolazioni che di quelle civiltà recano ancora impressi segni profondi e di grande suggestione (e interrogativi) per l’Occidente.
Lina Sari con “Diario giapponese”, affascinata dal racconto di Goffredo Parise “L’eleganza è frigida” in cui narra il suo proprio viaggio in Giappone, affronta con la sua sensibilità e la sua inconfondibile cifra immaginativa legata alla parola poetica, un analogo viaggio in quel paese alle soglie di questo millennio. Assimila di quella civiltà una visione spirituale nutrita dall’antichissima sapienza della pratica Zen, capace di inedite meditazioni e concezioni sul concetto di “vuoto”, dei legami strettissimi tra micro e macrocosmo, del suono e della significatività di ogni manifestazione di natura, sia esso roccia, pianta, animale, ritrovando in un suo giardino ideale, che in quelle tradizioni si ancora di nuove radici, una nuova figurazione : l’Occidente guarda l’Oriente e se ne nutre.
Il viaggio proposto dalla esposizione rinvia a tre libri capitali che sono ispirazione dei tre artisti e che verranno approfonditi con varie iniziative durante il periodo della mostra: “Le città invisibili”, di Italo Calvino “La via per l’Oxiana” di Robert Byron “L’eleganza è frigida” di Goffredo Parise.
Sabato 27 giugno
ore 10.00 – Inaugurazione del ponte restaurato sul Canale Brian a Boccafossa
ore 11.30 – Apertura della mostra Fabula / Viaggio in Oriente presso il Museo del Paesaggio
Sabato 4 luglio
ore 17.00 – Presentazione del catalogo della mostra con la presenza dei tre artisti presso il Museo dele Paesaggio.
Orari di apertura
Sabato: 16.00 – 19.00
Domenica: 10 – 12.00; 16.00 – 19.00
Ingresso
€ 3